Il 4 maggio del 1994 il premier israeliano Yitzak Rabin e il leader dell'autorità nazionale palestinese Yasser Arafat firmarono al Cairo un accordo per l'autonomia palestinese e l'autogoverno di Gaza e Gerico, in Cisgiordania. L'intesa ricalcava gli accordi di Oslo, firmati dai due solamente l'anno precedente alla presenza del presidente statunitense Bill Clinton e che valse loro il premio Nobel per la pace. All'epoca gli accordi furono concepiti come quadro per l'impostazione delle future relazioni tra le due parti e segnarono il primo accordo diretto tra palestinesi e lo Stato ebraico. Per il presidente egiziano Hosni Mubarak, che ha presieduto alla cerimonia, si è trattato di un momento di portata storica che avrebbe segnato un cambiamento rivoluzionario nei rapporti bilaterali. La firma dell'accordo diede il via al ritiro delle truppe israeliane da Gaza e Gerico e alla liberazione di oltre due mila palestinesi, imprigionati nei giorni dell'intifada, la rivolta contro l'occupazione. Nello stesso periodo nove mila agenti di polizia scelti dall'Autorità nazionale palestinese presero posizione nell'area di Gerico e nella Striscia di Gaza. A 30 anni da quello che segnò uno spiraglio di speranza per la pace in Medio Oriente si combatte nuovamente per il riconoscimento dello Stato palestinese. Diversi paesi comunitari si sono detti pronti a farlo già entro la fine di maggio. Ad annunciarlo è stato l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, Josep Borrell. Mentre otto Stati membri dell'Ue riconoscono già formalmente il diritto dei palestinesi ad avere uno Stato, la posizione ufficiale del blocco è che lo riconoscerà una volta istituito come parte di una soluzione a due Stati. Quattro governi sarebbero però già pronti a procedere unilateralmente, tra questi anche la Slovenia.
M.N.