La conferenza sul clima, organizzata dalle Nazioni Unite, vedrà la presenza di quasi 200 paesi del mondo, con l'obiettivo di impegnarsi in iniziative condivise per contrastare il riscaldamento globale. L'incontro è stato definito cruciale per avere nuovi impegni dai più grandi paesi inquinanti, come Stati Uniti, Cina, India, Unione Europea e Russia. Patricia Espinosa, responsabile della Convenzione quadro dell'ONU sui cambiamenti climatici, ha detto che i governi hanno davanti due scelte: impegnarsi a ridurre drasticamente le emissioni di gas serra oppure rassegnarsi all'idea che l'umanità abbia di fronte un futuro desolante su questo pianeta. Le premesse non sono molto incoraggianti. La riunione del G20 con i 20 paesi economicamente più avanzati terminata ieri a Roma non ha portato a chiari e netti impegni sul fronte del clima. Commentando l'avvio della COP26, il primo ministro britannico Boris Johnson ha detto che: Se Glasgow fallisce, fallisce l'intero progetto - perché l'obiettivo di limitare l'aumento della temperatura media globale a 1,5 gradi C contenuto nell'Accordo di Parigi del 2015 rischia di non essere raggiunto.
L'Organizzazione meteorologica mondiale dell'ONU segnala che negli ultimi sette anni sono stati i più caldi mai registrati, da quando ci sono rilevazioni scientifiche della temperatura. Anche il 2021 si piazzerà fra il quinto e il settimo posto della classifica. Nei primi nove mesi del 2021, la temperatura media è aumentata di circa 1,09 gradi centigradi rispetto all'era preindustriale. Il livello degli oceani ha cominciato ad alzarsi più velocemente a partire dal 2013 e il tasso di acidità dei mari, a causa della forte presenza di CO2, è oggi il più alto da 26mila anni. Ha inoltre segnalato come gli eventi atmosferici siano già diventati più estremi, con ondate di calore in regioni del pianeta solitamente molto fredde, uragani e tempeste di maggiore portata e prolungati periodi di pioggia o siccità.


Corrado Cimador


Foto: Reuters
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