Numerose esplosioni sono state registrate nella provincia sud orientale iraniana, secondo quanto riferito da una fonte dell'Intelligence pakistana che ha confermato gli attacchi. Sono ancora incerti gli obiettivi e il bilancio delle vittime e dei danni. La città iraniana di Saravan è stata colpita da missili e droni e, oltre alle vittime, vi sarebbero ancora persone rimaste bloccate sotto alle macerie. Precedentemente Islamabad ha condannato l'attacco di Teheran indicando che numerosi civili sono stati uccisi e che si riservava il diritto di condurre una reazione militare. Il Ministero degli Affari Esteri pakistano ha reso noto che l'azione è stata intrapresa alla luce di informazioni credibili riguardanti imminenti attività terroristiche su larga scala e che un certo numero di terroristi sono stati uccisi. Gli attacchi portati dall'Iran sono seguiti a raid simili effettuati nel Kurdistan irakeno e in Siria, con Islamabad che ha definito totalmente inaccettabile e ingiustificato l'attacco richiamando il suo ambasciatore da Teheran e bloccando il ritorno dell'inviato diplomatico iraniano a Islamabad. L'obiettivo dell'operazione iraniana sarebbe stato il gruppo Jaish al Adl, nella lista nera di Teheran, che negli ultimi anni avrebbe compiuto numerosi attacchi in territorio iraniano. Il Ministero degli Esteri di Teheran ha fatto sapere che il proprio Ministro Abdollahian si è incontrato con il suo omologo pakistano Jilani, il quale ha evidenziato che la sovranità e l'integrità territoriale del Pakistan sono fonte di grande preoccupazione, mentre Abdollahian ha dichiarato che nessuno dei cittadini dell'amichevole e fraterno paese del Pakistan è stato preso di mira da missili e droni iraniani.
Franco de Stefani