I cambiamenti climatici, e in particolare la tendenza ad autunni sempre più caldi e lunghi, potrebbero mettere a serio rischio la sopravvivenza delle api che producono miele.
Lo rivela uno studio condotto dagli scienziati della Washington State University, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, che lancia un serio allarme sulla sopravvivenza di questi insetti impollinatori, fondamentali per ogni ecosistema.
Periodi di attività molto lunghi tenderebbero infatti a ridurre la durata della vita degli insetti, che continuano a spostarsi, indipendentemente dalla quantità di miele già presente nell’alveare, ogni volta che le temperature raggiungono o superano i dieci gradi.
Stagioni autunnali sempre più lunghe e calde avrebbero quindi un impatto serio sulle popolazioni di api mellifere, aumentando le probabilità di collasso prima del ricambio generazionale per gli insetti impollinatori. “Quando le api escono alla ricerca di cibo durante l’inverno – hanno detto i ricercatori - muoiono più velocemente di quanto nascano”.
Le simulazioni del gruppo di ricerca, eseguite sulla costa del Pacifico ma applicabili in generale in tutti gli Stati Uniti, hanno considerato fattori stagionali come la temperatura, il vento e la quantità di luce diurna, ma anche in assenza di fattori esterni come stress nutrizionale, agenti patogeni, pesticidi o altro, che già hanno un impatto sulle api, le sole condizioni climatiche sarebbero sufficienti a compromettere la struttura delle colonie.
Per far fronte a questo problema, gli scienziati propongono di posizionare le colonie in celle frigorifere all’inizio dell’autunno, una tecnica già avviata da diversi apicoltori, che potrebbe aumentare le probabilità di sopravvivenza delle api.
Alessandro Martegani