L'inchiesta dell'esercito israeliano ha mostrato che l'incidente non sarebbe dovuto accadere e che è contrario agli standard operativi. Il capo di stato maggiore, Daniel Hagari, ha quindi precisato che coloro che hanno approvato il raid hanno sbagliato nell'identificazione e nelle decisioni, hanno inoltre gestito male informazioni critiche, violato le regole di ingaggio dell'esercito e sono stati quindi sollevati dai propri incarichi. Tra questi il comandante dell’unità di fuoco, un maggiore, un colonnello della riserva e il capo staff della brigata. Una nota di riprovazione è stata inviata al comandante del fronte sud dell'esercito. "È un evento grave di cui siamo responsabili, che non sarebbe dovuto accadere e che faremo in modo che non si ripeta", ha detto ancora Hagari.
In risposta ai risultati dell'indagine, la World Central Kitchen ha annunciato che l'esercito israeliano non può indagare in modo attendibile sui propri errori. Ha anche chiesto nuovamente un'indagine indipendente. Il fondatore dell'ONG, José Andre's, ha affermato che "non è sufficiente cercare semplicemente di evitare ulteriori vittime tra gli operatori umanitari. Tutti i civili devono essere protetti", ha aggiunto, "tutte le persone innocenti a Gaza devono essere nutrite e al sicuro. E tutti gli ostaggi devono essere rilasciati".
Al contempo Washington sta rivedendo con attenzione l'indagine israeliana e ha annunciato l'intenzione di seguire attentamente le misure che Tel Aviv sta preparando "affinché nulla di simile accada mai più". Lo riporta il Guardian, citando il segretario di Stato Usa, Antony Blinken. Secondo le sue parole "è molto importante che Israele si stia prendendo la piena responsabilità per l'accaduto. Ed è importante anche che sembra si stiano prendendo provvedimenti" nei confronti dei responsabili.
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