Le forze di difesa israeliane hanno lanciato volantini sull'intera zona orientale di Rafah, invitando la popolazione civile a spostarsi verso le aree umanitarie, in previsione di un eventuale azione militare di terra. I volantini saranno affiancati da sms, chiamate telefoniche e annunci sui media per far sì che l'attacco provochi meno vittime civili possibili. Stando all'esercito israeliano lo sgombero riguarderebbe circa 100 mila persone. Il bilancio dell'Organizzazione mondiale della sanità stima che siano circa 1,2 milioni i palestinesi rifugiate attualmente a Rafah. In seguito a un iniziale stallo, progressi sarebbero stati compiuti nei negoziati tra Israele e Hamas su un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. A confermarlo sono fonti egiziane, secondo cui il movimento militante islamico avrebbe irrigidito le proprie posizioni in seguito alle dichiarazioni del premier israeliano Benyamin Netanyahu su un prossimo attacco militare a Rafah. Nonostante ciò, Hamas sarebbe intenzionato a ritornare al Cairo nelle prossime 48 ore con una risposta alla proposta sulla tregua presentata da Israele. L'Egitto ha intanto smentito la notizia diffusa dai media israeliani, secondo cui avrebbe chiuso il confine di Rafah per evitare l'arrivo degli sfollati palestinesi nel Paese; fonti di sicurezza sul posto confermano che il passaggio di persone attraverso il valico starebbe proseguendo regolarmente. Da questa mattina hanno cominciato ad arrivare in Egitto attraverso Rafah numerosi feriti palestinesi accompagnati, oltre che 620 palestinesi titolari di residenza all'estero e 150 egiziani. Hanno invece lasciato il Paese per entrare a Gaza 20 appartenenti ad organizzazioni internazionali e mediche e oltre 160 camion umanitari.
M.N.