Continuano le proteste in Bielorussia dopo la dubbia rielezione del presidente, Aleksander Lukašenko. Per la terza notte consecutiva le forze dell'ordine si sono scontrate con i dimostranti, 6.000 persone sono state arrestate. Donne vestite di bianco hanno formato una catena umana fuori da un mercato coperto della capitale, portando fiori e cantando slogan. Una folla si è radunata anche fuori da una prigione dove sono trattenuti i manifestanti arrestati.
Il Ministero degli Interni di Minsk ha reso noto che nella notte tra martedì e mercoledì 51 manifestanti e 14 agenti di polizia sono stati feriti.
Nella città di Brest, al confine con la Polonia, la polizia ha aperto il fuoco dopo che alcuni manifestanti, armati di sbarre di metallo, hanno ignorato i colpi di avvertimento. Una persona è rimasta ferita.
Inoltre, la Bielorussia avrebbe confermato la morte di un secondo manifestante: un 25enne arrestato domenica durante le proteste che - secondo il Comitato investigativo di Minsk - era stato condannato a 10 giorni di carcere.
Intanto Lituania, Polonia e Lettonia si sono offerte di mediare tra Lukašenko ed i manifestanti, minacciando sanzioni a livello europeo o nazionale se l'offerta fosse stata rifiutata.
L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, ha fermamente condannato la repressione delle manifestazioni, così anche numerosi paesi occidentali. Domani i ministri degli Esteri dell'Unione europea si riuniranno in una videoconferenza straordinaria per parlare della situazione in Bielorussia. E alla luce delle violenze che si stanno verificando nel Pese, l'Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, ha annunciato che l'Europa sta pensando a nuove sanzioni contro Minsk.
E. P.