Argentina, proteste Foto: Reuters
Argentina, proteste Foto: Reuters

Con 38 voti contrari e 31 a favore, il Senato argentino ha respinto un progetto di legge sull'aborto. Grida di gioia e fuochi d'artificio davanti al Congresso di Buenos Aires per gli attivisti contrari all'interruzione volontaria della gravidanza, disperazione invece per i sostenitori della nuova legge che prevedeva la possibilità di aborto gratuito entro la 14-esima settimana, praticabile in ogni ospedale e clinica del Paese. La normativa attuale, che si rifa' al codice penale del 1921, autorizza l'interruzione della gravidanza solo in caso di stupro e pericolo di vita per la madre.

Ma il voto di rigetto della misura non è una sorpresa: era infatti stato previsto già prima dell'inizio del dibattito al Senato, durato 16 ore. I critici della legge hanno evocato la difesa della vita sin dalla concezione, in linea con gli insegnamenti della Chiesa cattolica. Inoltre, l'applicazione della normativa comporterebbe un alto costo che peserebbe sulle casse dello Stato.

Nonostante il maltempo, decine di migliaia di persone hanno atteso il verdetto sotto la pioggia. I sostenitori della normativa indossavano al collo un fazzoletto verde, i contrari - minori di numero - invece uno celeste. Subito dopo la bocciatura sono stati registrati disordini. Ad intervenire le forze dell'ordine che hanno fatto uso di gas lacrimogeni. Negli scontri è rimasta ferita almeno una persona.

La legge argentina prevede inoltre che per un anno non sarà possibile ripresentare una nuova proposta di legge sullo stesso tema. Il 2019 sarà anche un anno elettorale, non è quindi opportuno esaminare temi che potrebbero creare tensione sociale.