Negli ultimi due mesi si è registrata una diminuzione nel flusso dei migranti verso l'Italia. E non è solo una questione di porti chiusi. Un calo si registra, soprattutto, da quando si è insediato il governo Conte. Il peso sembra ora ricadere sulle spalle della Spagna, che ha superato l'Italia per numero di arrivi dall'inizio dell'anno al 15 luglio. È quanto emerge dai dati diffusi dall'Oim, l'Organizzazione Internazionale delle Migrazioni. Sulle coste spagnole sono così sbarcati poco più di 18 mila migranti, rispetto ai 17.800 arrivati in Italia. A fronte di questa situazione, in Andalusia sindacati di polizia e guardia civile denunciano la mancanza di mezzi e di coordinamento per far fronte agli arrivi in massa. La maggior parte degli extracomunitari sbarcati in Spagna nel fine settimana, circa 700 persone, è stata intercettata su imbarcazioni nelle acque dello Stretto di Gibilterra. L'Oim rivela inoltre che un totale di quasi 51 mila migranti e rifugiati sono giunti in Europa via mare dall'inizio del 2018 al 15 luglio scorso e 1.443 persone sono morte mentre tentavano di raggiungere le coste europee. La rotta del Mediterraneo centrale verso l'Italia resta la più letale, con 1.104 vittime registrate dall'inizio del 2018, quasi quattro volte il numero di annegamenti notificati sulla rotta per la Spagna, benché i numeri degli arrivi nei due Paesi non differiscano molto.
La situazione risulta particolarmente critica anche nei Paesi di origine dei migranti. Alcune associazioni nigerine accusano l'Algeria di abbandonare in mezzo al deserto i migranti in situazione irregolare nel Paese e che il governo di Algeri vuole espellere. La notizia è emersa dopo che circa 600 migranti sono stati abbandonati la scorsa settimana nel deserto tra l'Algeria e il Niger con pochissimo cibo e acqua. Due di loro non ce l'hanno fatta. L'Algeria ha sempre respinto le accuse, imputando alle organizzazioni non governative carenze nell'assistenza dei migranti ai confini del Niger.