Fino al 25 gennaio resteranno in regime di custodia cautelare i 24 marinai delle tre navi ucraine, fermati domenica dalla marina russa sullo di Kerch fra il Mar Mero e il Mar d'Azov. Lo hanno disposto i tribunali di Kerch e Simferopoli, in Crimea. Tre di loro sono rimasti feriti nello scontro a fuoco e al momento sono ricoverati in ospedale.
Il vicepresidente della Commissione Ue, Vladis Dombrovskis, ha subito chiesto il rilascio dei marinai, le tensioni nel Mar d'Azov, secondo le sue parole, sono "inaccettabili". Dombrovskis ha poi ribadito che l'Unione europea "non riconoscerà l'annessione della Crimea da parte della Russia". Anche il presidente dell'Europarlamento, Antonio Tajani, ha chiesto a Mosca il rilascio dei marinai, nonché di rispettare la convenzione delle Nazioni Unite sul diritto marittimo: "L'integrità territoriale dell'Ucraina per noi è fondamentale", ha affermato.
Intanto il Cremlino ha reso noto che il presidente ucraino, Petro Poroshenko, ha chiesto di parlare al telefono con l'omologo russo, Vladimir Putin, riguardo la questione, ma la Russia ha rifiutato la sua richiesta. Putin ha infatti definito l'incidente come una provocazione da parte delle autorità ucraine in vista delle elezioni presidenziali, che si terranno l'anno prossimo.
A causa delle recenti tensioni, il presidente statunitense, Donald Trump, ha riferito al Washington Post che l'incontro con il capo di Stato russo, previsto a margine del G20 in Argentina, potrebbe saltare. Il capo della Casa Bianca sta ancora aspettando il rapporto su quanto accaduto domenica scorsa.
Il ministro della Difesa russo ha infine riferito che Mosca ha intenzione di dislocare in Crimea una quarta batteria di sistemi antimissilistici S-400, capaci di abbattere 36 aerei nemici in un raggio di 400 chilometri oltre ad altri obiettivi, quali i missili balistici. I nuovi sistemi saranno operativi "entro la fine dell'anno".