Foto: Reuters
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Il presidente Yoon Suk-yeol ha dichiarato a sorpresa la legge marziale in Corea del Sud. La misura, ha spiegato, è necessaria per proteggere il Paese dalle forze comuniste nord-coreane ed eliminare elementi anti-Stato, riferendosi all'opposizione. Nel motivare la sua decisione ha citato anche la necessità "di sostenere l'ordine costituzionale".
La misura è stata adottata nel contesto di un acceso dibattito parlamentare sul bilancio per il 2025 tra il Partito Potere al Popolo, al potere a Seul, e il Partito Democratico, principale forza di opposizione.
La mossa del capo dello Stato, però, ha portato ad unire le forze di maggioranza ed opposizione che hanno condannato la legge definendola "incostituzionale". Il parlamento si è quindi riunito e con 190 voti a favore sui 300 deputati presenti, ha approvato una mozione che richiede la revoca della legge marziale. E per legge, il presidente deve conformarsi.
Intanto, subito dopo il discorso di Yoon in cui ha dichiarato la legge marziale in Corea del Sud, il ministro della Difesa ha disposto una riunione dei comandanti dell'esercito e ha ordinato alle forze armate "di rimanere in uno stato di guardia di emergenza". Il capo dello Stato maggiore dell'esercito è stato nominato comandante della legge marziale ed ha disposto i primi provvedimenti, tra cui la messa al bando di tutte le attività parlamentari e dei partiti politici.
Truppe delle forze armate sono state viste entrare nell'edificio che ospita l'Assemblea nazionale, elicotteri sono atterrati sul tetto. Centinaia di persone si sono radunate davanti al Parlamento per protestare contro l'imposizione della legge marziale. Segnalate scene caotiche e scontri dopo che le forze dell'ordine hanno tentato di impedire ai parlamentari di entrare nell'edificio.
Pronta la reazione degli Stati Uniti: il governo di Washington "è in contatto con l'esecutivo di Seul e sta monitorando da vicino la situazione", ha detto un portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca.