I carri armati stranieri consegnati all'Ucraina "andranno in fiamme come tutto il resto". Non usa giri di parole il sulfureo portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, per commentare la decisione di Berlino di inviare carri armati Leopard a Kiev. Anche se potrebbero servire circa tre mesi affinché i blindati siano operativi nei teatri di guerra in Ucraina, senza dimenticare la necessità di addestrare le forze militari all'uso dei mezzi, da Mosca si registra la mossa come un passaggio netto a un nuovo livello di guardia. Se per la Germania la decisione è "storica", Peskov parla di situazione "estremamente tesa" in Europa e nel mondo a causa delle politiche occidentali. "Al momento non ci sono prospettive per una soluzione diplomatica del conflitto", ha dichiarato il portavoce del Cremlino, cui si sono aggiunte le voci delle ambasciate russe a Berlino e a Washington, i due paesi che hanno inviato carri armati.
"Le forze armate russe distruggeranno i carri armati M1 Abrams fabbricati negli Stati Uniti e altre attrezzature militari della Nato se verranno forniti all'Ucraina", ha detto il rappresentate di Mosca a Washington, Anatoly Antonov, che ha sottolineato come gli americani hanno costantemente "aumentato il livello dell'assistenza militare a Kiev dall'inizio del conflitto". Parole dure che criticano il via libera dell'amministrazione statunitense all'invio di carri armati a quello che Mosca definisce governo fantoccio, puntando il dito anche contro la girandola di dimissioni e licenziamenti delle ultime settimane.
Valerio Fabbri