Secondo lo studio pubblicato sulla rivista Science e guidato dall’università statunitense Carnegie Mellon, si prospetta un futuro senza ghiacciai, in quanto due su tre potrebbero scomparire entro il 2100. I ghiacciai maggiormente colpiti sono quelli con estensione inferiore a un chilometro quadrato, quelli più piccoli, che si trovano in Europa centrale, Canada occidentale e Stati Uniti. Prendendo in considerazione lo scenario maggiormente ottimista, nel quale l’aumento della temperatura non supererà 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali, la metà dei ghiacciai andrà persa ugualmente.
Il cambiamento climatico ha aumentato i tassi di scioglimento e a lungo andare influenzerà anche il livello del mare e la disponibilità di acqua dolce. I risultati dello studio hanno mostrato che i ghiacciai entro la fine del secolo perderanno tra il 26% ed il 41% della loro massa, percentuale che varierà in base all’aumento della temperatura compreso tra 1,5 e 4 gradi.
“Il modo in cui i ghiacciai rispondono ai cambiamenti climatici richiede molto tempo” hanno spiegato gli autori dello studio. “Anche una riduzione immediata delle emissioni non rimuoverà i gas serra precedentemente emessi, né può arrestare istantaneamente tutti i processi in atto che contribuiscono al cambiamento climatico”. Hanno aggiunto che ciò “significa che anche un arresto completo delle emissioni richiederebbe ancora tra i 30 ed i 100 anni per riflettersi nei tassi di perdita di massa dei ghiacciai”. Queste stime si tradurranno in un contributo all’innalzamento dei mari molto maggiore rispetto le previsioni, con grandi impatti anche sull’approvvigionamento idrico, sul turismo e sulla cultura locale.
B.Ž.