La generosità è molto utile; in tutte le società, infatti, esiste il gesto del dono perché crea coesione sociale. La forma più diffusa è la generosità reciproca: per esempio: ora ti aiuto, ma quando avrò bisogno, mi aiuterai tu, senza però pretendere la reciprocità. I primitivi si aiutavano tra loro per cacciare. La generosità permette quindi di cooperare e, anche se non ci sono vantaggi per il soggetto altruista, fa prosperare il gruppo. Sebbene l'essere umano sia programmato per badare prima di tutto a sé stesso, vi è una grossa differenza tra preoccuparsi del proprio benessere ed essere egoisti. L'essere generosi ha un'utilità personale. Molti sostengono sia la ricetta della felicità e della salute. Quando doniamo qualcosa si liberano nel corpo grandi dosi di ossitocina, l'ormone del piacere. Donare altresì significa rinuncia, privarsi di qualcosa. L'egoista non è in grado di vedere i vantaggi che comporta il fatto di pensare agli altri o di condividere, tempo, conoscenze, risorse con il prossimo. L'egoista crede solo in ciò che gli porta un beneficio. L'egoismo fa parte della nostra storia naturale. Del resto, siamo egoisti perché non abbiamo davvero imparato che cos'è la generosità. Per diventare generosi dobbiamo renderci conto che non tutti i meriti sono nostri e che molto dobbiamo a chi ci è intorno. L'umanità può ottenere grandi cose se tutti gli esseri umani lavorano insieme, perché il lavoro di tante menti può dare un contributo maggiore, in modo da ampliare l'esplorazione e le conoscenze. Dovremmo sviluppare più empatia anziché pensare ad accumulare beni, donare a chi ne ha più bisogno, chiedendoci sempre - se fossi io al suo posto?
Corrado Cimador