“Circa 100 milioni di uomini, donne e bambini, in tutti i continenti, sono costretti a lasciare le proprie case per trovare protezione contro la persecuzione, gli abusi, le violenze”. Questo l’inizio del messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Matterella, in occasione della giornata dedicata ai rifugiati. In questa celebrazione “è opportuno ribadire che le iniziative di assistenza a queste persone devono essere accompagnate dalla ricerca di un’indispensabile e urgentissima soluzione strutturale di lungo periodo” ha spiegato Mattarella parlando al Paese, ribadendo che l’Italia è da sempre in prima linea per solidarietà e accoglienza. Nell’ultimo anno, il 2022, il numero di sfollati è notevolmente aumentato, come ha reso noto l’Agenzia Onu per i Rifugiati, 110 milioni di persone sono state costrette a lasciare il proprio Paese, a causa di guerre, conflitti civili e anche eventi estremi causati dal cambiamento climatico. Questi sono gli stessi che si vedono partire su barconi malandati, gli stessi che pochi giorni fa sono naufragati a largo della Grecia, e ancor prima a Cutro. Il tragico naufragio al largo delle coste del Peloponneso conta tantissimi dispersi e circa 80 vittime accertate, che si aggiungono alle 26mila degli ultimi dieci anni nel mar Mediterraneo.
Per questa celebrazione, l’Ufficio per la cura e l’integrazione dei migranti della Slovenia, ha ricordato che lo scorso anno nel Paese oltre 15mila persone hanno presentato domanda di protezione internazionale, delle quali più di 8mila provenivano dall’Ucraina. Alle cause che provocano questo fenomeno sempre più diffuso, si aggiunge anche la crisi climatica; infatti, le Ong slovene hanno richiamato l’attenzione proprio su questo, ovvero la migrazione climatica, sottolineando che questa “categoria” di rifugiati non ha ancora alcuna protezione. La Giornata mondiale del rifugiato, quindi, evidenzia ancora una volta la necessità urgente di trovare una soluzione a lungo termine per intervenire sulle cause che spingono un numero così elevato di persone ad abbandonare i loro Paesi.
B.Ž.