Nel corso della riunione d'emergenza del Consiglio, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha condannato con fermezza l'escalation della situazione nella regione, ricordando che la carta delle Nazioni Unite proibisce l'uso della forza contro l’integrità di ogni Stato. Un discorso che non lascia dubbi in merito alle posizioni della comunità internazionale: da una parte la dura condanna all'attacco iraniano che rappresenta una chiara violazione del diritto internazionale, dall'altra però anche una bacchettata ad Israele, Guterres ha infatti ricordato che "vige il principio dell'inviolabilità delle sedi diplomatiche e il personale deve essere rispettato", ricordando l'attacco israeliano del 1° aprile al consolato iraniano a Damasco. Fermi sulle loro posizioni i rappresentanti delle due parti in conflitto: l'ambasciatore iraniano all'Onu ha spiegato che l'attacco è stato condotto come forma di autodifesa. "Ci sono due pesi e due misure. Il Consiglio di Sicurezza non ha condannato l'attacco contro il nostro consolato in Siria", ha sottolineato, ricordando al contempo le atrocità compiute da Israele nella Striscia di Gaza. Immediata la replica di Tel Aviv che ha chiesto la condanna degli attacchi iraniani, definendoli un atto di grande escalation che potrebbe trascinare tutto il mondo in guerra. Convocata per oggi invece una riunione straordinaria dei Ministri degli Affari Esteri dell'Unione europea. "L'obiettivo è contribuire a ridurre le tensioni nella regione", ha spiegato l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, Josep Borrell.
Intanto nella Striscia di Gaza, nonostante la situazione appaia ancora drammatica, nella notte è stato compiuto un piccolo ma concreto passo verso la cessazione delle ostilità. Il gruppo radicale Hamas ha infatti presentato a sorpresa ai mediatori una proposta per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, in cui chiede ad Israele una tregua di sei settimane prima di avviare uno scambio con i detenuti palestinesi nelle carceri israeliane.