Alimentarci in modo corretto è una vera e propria esigenza di salute, serve per evitare su tutte le malattie cardiovascolari. Chi è dunque che regola il nostro appetito? Per quale motivo solo quando accumuliamo peso cerchiamo per ragioni estetiche di metterci a dieta?
L'appetito, in effetti, è difficilmente controllabile. Se sei felice, festeggi mangiando, se sei stressato, spesso cerchi di compensare con il cibo, e i pretesti si sprecano, pur di assumere qualsiasi tipo di prelibatezza. La scienza però ancora una volta ci viene in soccorso. Un gruppo di ricercatori inglesi dell’Università dell'East Anglia a Norwich ha individuato le cellule che scatenato l'istinto di mangiare. I ricercatori hanno determinato che il numero di cellule del cervello che appunto regolano l'appetito non è fissato dai geni durante lo sviluppo dell'embrione nell'utero materno e quindi immutabile dalla nascita. Il segreto si cela tra alcune cellule, chiamate Taniciti, che hanno proprio questa funzione vitale. Esse, generano nuovi neuroni nel circuito cerebrale che regola lo stimolo della fame e lo fanno anche dopo la nascita e nell’età adulta. La fame pertanto non sarebbe uno stimolo innato e immutabile, ma potrebbe essere modificato. La ricerca apre dunque la strada a nuovi farmaci che potranno farci dimagrire senza diete. Le cellule della fame, i Taniciti, hanno la capacità di trasformarsi in altri tipi di cellule del corpo. Nell'ipotalamo, la regione che governa il sonno, il dispendio energetico, l'appetito e altre importanti funzioni biologiche, il malfunzionamento dei neuroni è la prima causa di obesità. Perdere peso oltre che un diktat sociale, è una vera e propria esigenza di salute per ridurre le malattie cardiovascolari. Una regola aurea, pertanto, è concentrare l'alimentazione in tre pasti principali piuttosto che fare continui spuntini durante la giornata. E ancora, evitare di mangiare troppo durante il pomeriggio. L'organismo dopo le ore 16 rallenta il metabolismo e fatica a smaltire grassi e carboidrati che possiamo, invece, concederci sia a colazione che a pranzo.
Corrado Cimador