El Niño e La Niña sono i due principali fenomeni climatici che influenzano l'atmosfera terrestre. Si alternano circa ogni quattro anni, influenzando le temperature in un'enorme area dell'Oceano Pacifico, con effetti a catena sui venti, sulle precipitazioni e sulle temperature di tutto il pianeta.
Come sottolineato da National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) quest'anno, però, diventa più difficile prevedere l'andamento del clima poichè si registra la presenza di due fenomeni con effetti opposti, che complicano il lavoro degli scienziati. Se da un lato, l'arrivo di El Niño, cioè di un periodo in cui le acque superficiali dell'Oceano Pacifico si scaldano in media di uno o due gradi, porta ad una crescita delle temperature accettabile, dall'altro però l'aumento anomalo della temperatura delle acque dell'Oceano Atlantico, legata in parte ad un ciclo climatico assolutamente naturale, rischia di peggiorare la situazione in molte aree del pianeta con estati torride e fenomeni atmosferici imprevedibili.
Se gli Usa rischiano di essere particolarmente colpiti dagli urgani, su tutto il continente europeo con ogni probabilità si registrerà un'ennesima annata di aumenti record delle temperature. El Niño è, infatti, correlato a una maggiore attività dell'anticiclone Africano, che tende a espandersi verso l'Italia, e l'Europa, nei mesi estivi, portando a picchi di temperatura che raggiungono i 40 gradi, siccità ed eventi meteo estremi. L'ultimo episodio intenso di El Niño, nel 2015-2016, provocò anomalie climatiche in quasi tutto il mondo. Allerta quindi tra i metereologi europei che monitoreranno con particolare attenzione l'andamento del clima e delle temperature.
Barbara Costamagna