Foto: Reuters
Foto: Reuters

Da mesi ormai le famiglie degli ostaggi protestano contro la coalizione guidata da Benjamin Netanyahu, responsabile, secondo loro, di non fare abbastanza per raggiungere un accordo sul il rilascio dei loro cari. Il macabro ritrovamento dei sei cittadini israeliani, precedentemente rapiti, e poi uccisi dal movimento islamista ha scatenato una nuova ondata di rabbia con oltre 500.000 persone che da ieri si sono ritrovate in piazza per esprimere il proprio dissenso verso il governo “incapace di gestire la situazione. I manifestanti si sono riuniti nella Capitale, a Gerusalemme e in altre città del Paese paralizzando strade e vie. Poco dopo la Federazione del lavoro di Histadrut ha indetto quindi uno sciopero generale a livello nazionale, amplificando la pressione sulle istituzioni affinché si adoperino con ogni mezzo per porre fine al conflitto. Il presidente del sindacato Arnon Bar-David ha annunciato lo stop per la giornata di oggi dell'intera economia e il blocco dell’aeroporto internazionale di Tel Aviv. “Non possiamo continuare a guardare. Dobbiamo raggiungere un’intesa con Hamas, questo è più importante di qualsiasi altra cosa”, ha dichiarato. Un susseguirsi di vittime civili che va immediatamente fermato afferma il mondo politico internazionale. Sulla morte degli ostaggi ha commentato anche il repubblicano Donald Trump, il quale ha avanzato gravi accuse nei confronti di Joe Biden e Kamala Harris, imputando loro la responsabilità dell’evento. Sostiene che le loro azioni e omissioni abbiano causato direttamente questo esito fatale. In un post pubblicato su Truth, il tycoon ha espresso il proprio rammarico per la piega presa dal conflitto, sottolineando come la crisi sarebbe stata evitata se alla guida degli Stati Uniti ci fosse stato lui. Ha inoltre affermato che la carente capacità decisionale dei due leader ha condotto e sta tutt’ora conducendo a un tragico bilancio di vite umane a causa “delle loro mani sporche di sangue.