Nessun secondo referendum sulla Brexit e un’accelerazione verso l’uscita del Regno Unito dall’Europa.
È questa la direzione scelta dalla Gran Bretagna con la vittoria senza discussioni del premier conservatore Boris Johnson: i Tories hanno infatti ottenuto un'ampia maggioranza a Westminster, incassando oltre 360 seggi su 650, e lasciandone solo 200 al Labour di Jeremy Corbyn.
Un risultato che riporta il partito vincitore ai tempi Margaret Thatcher, e che rappresenta una sconfitta storica per il Labour, che non scendeva così dal 1935, pur vincendo molti seggi a Londra.
Male anche l’altro partito anti Brexit, i liberaldemocratici, che hanno ottenuto un pugno di seggi e hanno anche visto la mancata elezione della giovane leader Jo Swinson, che ha già annunciato le proprie dimissioni.
E’ stata, ha detto Johnson dopo la conferma del risultato, “Una decisione inconfutabile dei britannici” e “con questo mandato realizzeremo la Brexit”. A tre anni e mezzo dal referendum, la strada sembra ormai irreversibile: il 'Get Brexit done' di Johnson è risultato vincente, e anche questi tre anni di attesa sembrano esser stati decisivi per il successo dei Tories, accanto alla svolta a sinistra del leader Laburista Jeremy Corbyn, che avrebbe allontanato molti elettori e portato i conservatori a trionfare anche in collegi tradizionalmente laburisti nel nord dell’Inghilterra.
Corbyn per ora non ha parlato di dimissioni, puntando a guidare il Labour “in una fase di riflessione”, ma nel partito è già la resa di conti, con la richiesta da più parti di dimissioni immediate.
La partita ora si trasferisce a Bruxelles: Johnson punta a votare la Brexit in parlamento entro la fine dell’anno, e a rinegoziare poi un accordo di partenariato, ma le reazioni internazionali sono già partite. Il presidente americano Donald Trump ha parlato di un accordo commerciale con l’alleato britannico, mentre la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, ha detto che l’Unione europea è pronta “a negoziare qualsiasi cosa sia necessaria”, chiedendo un mandato dal Consiglio europeo sulle linee negoziali.
Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha detto di attendersi che “il Parlamento britannico ratifichi il prima possibile l'accordo negoziato sulla Brexit”, e che l’Unione “è pronta a discutere gli aspetti operativi” delle relazioni future.
Il voto nel Regno Unito ha provocato un’immediata reazione sui mercati dove la sterlina ha guadagnato nel cambio con il dollaro e l'euro: la valuta inglese viene scambiata a 1,34 sul dollaro, con un incremento del 2,1 per cento e a 0,83 sull'euro, con un apprezzamento dell’1,8 per cento.
Stabile invece l’euro senza sostanziali variazioni sul dollaro. La moneta americana è invece in lieve rialzo.
Alessandro Martegani