Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha affermato che Kiev "non è contraria ai negoziati". Il presidente, Volodymyr Zelensky, "al summit G20 ha parlato della pace mondiale e ha espresso la volontà di ottenerla", ha detto ancora Kuleba. Ma perché ci possa essere un dialogo, la Russia dovrebbe smetterla di "confondere i negoziati con un ultimatum".
Intanto è iniziata l'evacuazione della città di Kherson. Secondo il Ministero della Reintegrazione ucraino, un treno è partito da Kherson con a bordo i primi 100 cittadini che hanno approfittato dell'evacuazione gratuita offerta dal governo. Gli attacchi russi però non si placano, nell'oblast di Donetsk le truppe di Mosca hanno colpito ancora la località di Kramatorsk, causando il ferimento di una persona e seri danni all'infrastruttura. Il governatore di Dnipropetrovsk ha denunciato il lancio di almeno 60 colpi di mortaio contro Nikopol e i villaggi circostanti nella notte. Al contempo l'esercito di Kiev ha respinto gli attacchi russi vicino a otto insediamenti nell'est del Paese.
Il presidente Zelensky ha intanto fatto sapere che dal 23 novembre, il numero di utenti colpiti dalle interruzioni di corrente nel suo Paese si è dimezzato, passando dai 12 milioni di mercoledì, quando si è verificato l'ultimo massiccio attacco russo alle infrastrutture energetiche, ai sei milioni di oggi. Secondo Zelensky, la maggior parte dei blackout ora si concentra nella capitale, ma anche in alcune altre regioni. A partire dalla serata del 25 novembre, 600 mila utenti hanno subito interruzioni di elettricità a Kiev, e molti cittadini sono rimasti senza corrente per più di 20 o anche 30 ore.
E. P.