Queste le disposizioni di una legge, firmata da Vladimir Putin a inizio settimana, che intende blindare la posizione dell'attuale presidente. Anche perché, sempre secondo la nuova normativa, gli ex-presidenti diventano automaticamente membri del Senato.
Fino ad oggi gli ex-presidenti godevano di immunità, ma solo rispetto ad eventuali crimini commessi nell'esercizio delle proprie funzioni. Da oggi, invece, un ex capo di stato russo potrà venire perseguito solo dopo una complessa procedura che coinvolge la Duma, la Corte Suprema, la Corte costituzionale e il Consiglio Federale.
La norma fa parte di un pacchetto di profonde riforme costituzionali, approvate in un referendum l'estate scorsa, che tra l'altro ha azzerato il conteggio dei mandati presidenziali, permettendo a Putin di potersi candidare altre due volte e – in caso di vittoria – conservare le redini del paese fino al 2036.
L'attuale quarto mandato presidenziale di Putin, di fatto alla guida della Russia dal 1999, termina nel 2024. Fino ad oggi il presidente non ha chiarito se intenda o meno ricandidarsi a quella data, limitandosi a dichiarare l'intenzione di voler agire “nel miglior interesse della Federazione russa”.
Ultimamente si sono fatte insistenti le voci di un suo possibile ritiro anticipato dovuto a ragioni di salute, voci però sempre decisamente smentite
Francesco Martino