Foto: EPA
Foto: EPA

Nella città riconquistata di Izyum è stato lo stesso presidente ucraino, Volodymir Zelensky, a issare simoblicamente la bandiera giallo-blu. "Sarà così in ogni città e villaggio ucraini. Ci stiamo muovendo in una sola direzione: avanti e verso la vittoria", ha dichiarato con orgoglio Zelensky. Alla celebrazione hanno preso parte i rappresentanti delle Forze armate ucraine e di altre forze di sicurezza, che pochi giorni fa hanno liberato la città dai russi.
Ma la guerra non si ferma e nel frattempo l'esercito russo sta attaccando in tutte le aree della regione di Donetsk dove passa la linea del fronte. In particolare, c'è stato un massiccio bombardamento nella cittadina di Avdiivka, dove è stata colpita la parte vecchia e centrale della città. L'esercito russo ha nuovamente bombardato Kramatorsk, sempre nella regione di Donetsk, dove non ci sono state vittime, ma secondo un messaggio sui social del sindaco "c'è distruzione di case". Il capo dell'amministrazione militare regionale di Donetsk, Pavlo Kyrylenko, ha parlato di cinque civili uccisi e 16 feriti dalle bombe russe, aggiungendo tuttavia che al momento è impossibile calcolare il numero esatto di vittime a Mariupol e Volnovakha.
Un'altra novità degli attacchi russi, che si sono intensificati, è il probabile utilizzo di veicoli aerei senza equipaggio di fabbricazione iraniana. Nel quotidiano bollettino dell'intelligence britannica diffuso dal Ministero della Difesa si legge che l'abbattimento del drone di fabbricazione iraniana, già in utilizzo in Medio oriente, vicino alla linea del fronte in Ucraina suggerisce che la Russia stia mirando alle installazioni militari più in profondità nel territorio ucraino. E una conferma in questo senso arriva dal sud dell'Ucraina. Il governatore della regione di Mykolaiv, Vitaliy Kim, ha affermato che l’esercito russo non ha la forza né i mezzi per attaccare con successo quest'area, “ma può ricorrere ad azioni offensive in alcune aree del fronte”.