"La bandiera di stato sopra un edificio a Duma ha preannunciato il controllo sulla zona e quindi su tutta la Ghouta orientale". Così il generale Yevtushenko, a capo del Centro russo di pace e riconciliazione delle parti in guerra in Siria. "Si tratta di un evento storico", ha dichiarato ancora il generale. Intanto la polizia militare russa ha dispiegato i suoi agenti nella città. L'Osservatorio siriano per i diritti umani ha reso noto che i ribelli "hanno consegnato ieri le loro armi pesanti alla polizia militare russa". Il loro leader, Issam Buwaydani, ha lasciato l'enclave per dirigersi verso il nord del Paese, ancora in mano agli insorti.
In una telefonata, i presidenti di Stati Uniti e Turchia, Trump e Erdogan, hanno discusso riguardo la crisi in Siria. I due leader "hanno concordato di rimanere in stretto contatto sulla situazione". Il Cremlino ha intanto reso noto di aver attivato un canale di comunicazione con gli Stati Uniti, per evitare così uno scontro diretto. Secondo Mosca nessun mezzo russo "dovrebbe finire sotto il fuoco" degli States, le conseguenze infatti sarebbero "catastrofiche".
La Gran Bretagna invece non ha ancora deciso come rispondere al sospetto attacco chimico. Lo ha affermato il ministro per la Brexit, Davis, specificando che il gabinetto si riunirà questo pomeriggio per discutere a riguardo. Qualsiasi mossa dovrà comunque prima essere valutata attentamente.