La Corte suprema russa ha deciso la chiusura di Memorial International, sia della sede centrale che di quelle regionali, per non aver contrassegnato tutte le sue pubblicazioni con l'etichetta di "estero" come richiesto dalla legge sull'agente estero. Questa definisce infatti che le organizzazioni, che ricevono fondi internazionali, compiano azioni contrarie agli interessi della Russia. Nel corso dell'udienza, il Pubblico ministero ha anche affermato che Memorial - che si occupa di commemorare le vittime del regime sovietico - "crea una falsa immagine dell'Unione Sovietica come Stato terrorista e denigra la memoria della Seconda guerra mondiale".
I legali e fondatori di Memorial hanno contestato qualsiasi violazione grave, affermando che il loro materiale era adeguatamente contrassegnato, il contrassegno potrebbe essere mancato solo su una manciata di documenti. Si tratta di un "segnale molto negativo", hanno precisato in una dichiarazione congiunta, sottolineando comunque che l'organizzazione farà ricorso e proseguirà con il suo lavoro. I cittadini russi hanno bisogno di Memorial "per conoscere la verità sul tragico passato del Paese e sulla sorte di milioni di persone", recita ancora la nota. Memorial rappresenta quindi un simbolo della democrazia post-sovietica, negli ultimi decenni è riuscito a raccogliere un vasto archivio di crimini commessi nel tempo dell'ex Unione Sovietica, ha inoltre sempre tenuto una lista di prigionieri politici, dove figura anche il nome del leader dell'opposizione, Aleksei Navalny.
Dinanzi allo stabile del Tribunale si sono riuniti decine di sostenitori dell'Organizzazione non governativa, numerose le persone arrestate. Nazioni Unite, Ue e gran parte della comunità internazionale si sono detti contrari allo smantellamento di Memorial.
E. P.