Foto: Jan Konečnik
Foto: Jan Konečnik

14 ministre, quattro in più dei colleghi maschi, faranno parte del futuro governo di Gabriel Boric il neoeletto presidente cileno, che entrerà in carica il prossimo 11 marzo. Il giovane politico latino-americano ha deciso di dare così un segno chiaro mettendo le donne in ruoli strategici per il suo esecutivo e dimostrando la volontà di superare il gap di genere, ancora presente nel mondo politico non solo cileno ma mondiale.

Tra le prossime ministre ha fatto breccia nella stampa internazionale il nome di Maya Fernandez, la prossima ministra della difesa. Si tratta di quella che i greci definivano una nemesi, visto che il suo cognome completo è Fernandez Allende e che non si tratta di un semplice caso di omonimia. La deputata socialista è infatti la nipote di Salvador Allende, il presidente deposto l’11 settembre del 1973 con un colpo di stato da Augusto Pinochet, giunto al potere grazie alla collaborazione delle forze armate.

Maya all’epoca aveva solo due anni e dopo il golpe fuggì con la sua famiglia a Cuba, dove la madre Tati Allende malata di depressione si suicidò nel 1917. Maya tornò in Cile negli anni della transizione e da quando ha rimesso piede nel paese è stata sempre impegnata come militante del partito socialista cileno, raggiungendo ora questo traguardo.

Nonostante ormai i militari che avevano sostenuto Pinochet all’epoca siano in gran parte passati ad altra vita, il fatto di aver messo un Allende alla guida dell’esercito viene interpretato come un segnale forte a coloro, sempre meno, che rimpiangono la dittatura e un augurio che la cosiddetta transizione sia giunta finalmente alla sua conclusione, con un Cile finalmente democratico in tutto e per tutto.

Barbara Costamagna