Foto: EPA
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Le barriere coralline, ecosistemi fondamentali per la vita del mare così come la conosciamo ora, e anche per molte economie della fascia equatoriale, potrebbero essere più resistenti ai cambiamenti climatici rispetto alle prime stime.
È quanto emerge da uno studio dell’Università delle Hawaii a Mānoa, e pubblicato sulla rivista scientifica PNSA (Proceedings of the National Academy of Sciences), secondo cui la biodiversità delle barriere coralline potrebbe resistere in futuro agli impatti del cambiamento climatico.

Foto: Reuters
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Il riscaldamento e l’acidificazione degli oceani avevano fatto temere per il futuro delle barriere, che secondo le prime valutazione avrebbero potuto collassare nei prossimi decenni, ma i nuovi dati alimentano una speranza di poter conservare questi ecosistemi.
La ricerca si è svolta creando artificialmente comunità di coralli e sottoponendole agli stress che ci si aspetta deriveranno dal cambiamento climatico in futuro, come l’aumento della temperatura e l’acidificazione: le barriere coralline hanno modificato struttura e composizione, hanno mostrato una ridotta copertura corallina, ma hanno continuato a presentare un’elevata biodiversità nelle condizioni oceaniche future simulate.

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Gli autori dello studio, che hanno esaminato per due anni intere comunità di barriere coralline (sottoposte a un riscaldamento dell’acqua di due gradi e a un’acidificazione -0,2 unità di pH), hanno sottolineato come l’osservazione apra la porta alla possibilità che le barriere possano cambiare struttura e composizione, ma resistere come “nuovi ecosistemi calcificanti con elevata biodiversità”. “Se il cambiamento climatico sarà limitato agli obiettivi dell’accordo di Parigi sul clima – dicono gli autori dello studio -, le barriere coralline potrebbero persistere in uno stato alterato anziché collassare”.

Alessandro Martegani