"Rispettiamo la sovranità e l'integrità territoriale del Pakistan e dell'Iraq, ma non permettiamo che la nostra sicurezza nazionale sia minacciata". Lo ha detto il capo della diplomazia iraniano, Amir Abdollahian, commentando gli attacchi delle Guardie rivoluzionarie a Erbil e nel Belucistan. "Ciò che abbiamo fatto è coerente con la sicurezza dell'Iraq, del Pakistan e dell'intera regione", ha aggiunto, precisando che "non ha nulla a che fare con la situazione a Gaza", si tratta invece di una questione che "risale a più di 70 anni fa". Il Pakistan intanto ha richiamato il suo ambasciatore a Teheran. Lo ha annunciato il governo di Islamabad che ha anche accusato l'Iran di aver effettuato attacchi aerei "illegali" sul suo territorio uccidendo e ferendo dei bambini.
Il ministro degli Esteri iraniano ha poi precisato che il gruppo dei ribelli yemeniti Houthi "non riceve alcun ordine o istruzione" da Teheran. Gli Houthi, responsabili degli attacchi nel Mar Rosso, "stanno agendo secondo la loro esperienza e i loro interessi", ha spiegato, aggiungendo comunque che l'Iran "apprezza gli sforzi nella regione a difesa dei palestinesi". Abdollahian ha quindi ribadito che "la sicurezza nel Mar Rosso, nel Golfo Persico e nelle acque internazionali" è nell'interesse di Teheran. "Fermate la guerra a Gaza e consentite che la pace venga ripristinata nella nostra regione", l'appello del ministro.
Secondo le sue parole inoltre, "gli Stati Uniti hanno commesso due errori strategici sostenendo Israele e colpendo gli Houthi. Israele sta conducendo una guerra di annientamento contro Gaza". L’Iran, infatti, non considera Hamas un'organizzazione terroristica ma "un movimento di liberazione contro l'occupazione".
Per quanto riguarda la crisi nel Mar Rosso, il capo dicastero degli Esteri iraniano ha detto che Teheran ha "a cuore la sicurezza marittima e del commercio" e "la sicurezza del Mar Rosso è legata proprio a quanto sta accadendo a Gaza". Se ciò non si ferma, "perderemo tutti", ha aggiunto. L'Iran ritiene che la soluzione migliore sarebbe "fermare la guerra e gli sfollamenti forzati e aprire corridoi umanitari".
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