La speranza per mitigare le emissioni di CO2 sono ancora una volta le piante: secondo una ricerca pubblicata sulla rivista internazionale “Science Advances”, il mondo vegetale sarebbe in grado di assorbire più anidride carbonica rispetto a quanto si pensasse.
I modelli ecologici elaborati da un gruppo di ricerca dall'Hawkesbury Institute for the Environment presso la Western Sydney University in Australia guidato da Jurgen Knauer, suggeriscono che le piante potrebbero essere più efficienti rispetto alle previsioni tradizionali.
Nello studio si esamina uno scenario climatico ad alte emissioni, per testare come l'assorbimento di carbonio da parte della vegetazione risponderebbe al cambiamento climatico globale fino alla fine del 21 esimo secolo. Gli autori hanno testato diverse versioni del modello climatico, inserendo anche variabili come alcuni processi con cui le piante conducono la fotosintesi, l'efficienza con cui l'anidride carbonica può muoversi all'interno della foglia, il modo in cui le piante si adattano ai cambiamenti di temperatura e distribuiscono in modo più economico i nutrienti nella loro chioma: meccanismi che influenzano la capacità di una pianta di elaborare il carbonio, ma che “vengono comunemente ignorati nella maggior parte dei modelli globali”, ha detto Knauer. Il modello climatico prevede un assorbimento di carbonio più forte e sostenuto fino alla fine del 21 secolo, anche se, ha aggiunto, “la misura con cui le piante continueranno questo assorbimento nel futuro è incerta”, poiché non è chiaro come la vegetazione risponderà in futuro alla CO2, alla temperatura e ai cambiamenti delle precipitazioni che saranno significativamente diversi.
Anche per questo gli scienziati che hanno condotto la ricerca, hanno sottolineato come i risultati non debbano in alcun modo essere interpretati come una scusa per i governi per non ottemperare agli obblighi di ridurre le emissioni di carbonio.
Alessandro Martegani