Le truppe Usa hanno iniziato a costruire il molo galleggiate dinanzi le coste di Gaza con l'obiettivo di aumentare il flusso di aiuti umanitari dal mare nell'enclave palestinese. Si tratta di una sorta di isola artificiale, denominata JLOTS, ovvero Joint Logistics Over the Shore (Logistica congiunta sulla costa), che gli americani hanno iniziato a costruire subito dopo il 7 marzo, quando il presidente statunitense, Joe Biden, aveva annunciato l'edificazione del molo nel corso del suo discorso sullo stato dell'Unione. Un tentativo quindi di Washington di intervenire con maggiore forza nella situazione umanitaria a Gaza, ormai catastrofica.
La sicurezza della struttura verrà assicurata dall'esercito israeliano. Dovrebbe poter accogliere grandi navi che trasportano cibo, acqua, medicinali e materiali per costruire ripari temporanei nella Striscia.
Secondo alcune fonti, comunque, il molo galleggiante temporaneo è già stato colpito da colpi di mortaio.
Le forze armate israeliane hanno intanto completato i preparativi all'invasione della città di Rafah, nei pressi del confine meridionale con Gaza, di cui hanno poi informato il governo. La data e l'ora dell'attacco comunque dipendono dal gabinetto di guerra. Dallo scorso 7 aprile, sempre secondo le forze armate di Israele, dai 150.000 ai 200.000 profughi palestinesi hanno già lasciato Rafah. Una questione particolarmente preoccupante per l'Egitto però, che teme che i "profughi di guerra" palestinesi entrino nel Sinai. Il Cairo ha quindi fretta di proporre un accordo al movimento estremista Hamas, nella speranza che l'assalto venga rinviato. Inoltre, una delegazione dei servizi segreti egiziani si recherà oggi in Israele nel tentativo di rilanciare le trattative per un cessate il fuoco, in stallo ormai da tempo.
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