"Sospendiamo il trattato, ma non ci ritiriamo", ha sottolineato il presidente russo, Vladimir Putin. Per quanto riguarda l'uso di armi nucleari, Putin ha precisato che la Russia non sarà la prima a farne uso: "Ma se lo fanno gli Stati Uniti, dobbiamo essere pronti".
Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha detto che Mosca potrebbe revocare la sua decisione, se Washington si impegnerà per la ripresa delle funzioni del trattato: "Washington deve mostrare volontà politica, compiere sforzi coscienziosi per una generale de-escalation e creare le condizioni per la ripresa del pieno funzionamento del trattato". Il Ministero degli Esteri russo ha affermato comunque che "al fine di mantenere un grado sufficiente di prevedibilità e stabilità nella sfera dei missili nucleari, la Russia adotterà un approccio responsabile e continuerà a rispettare rigorosamente le restrizioni quantitative sulle armi offensive strategiche".
Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, dal canto suo, è convinto che è giunto il momento di includere gli arsenali nucleari strategici di Gran Bretagna e Francia nel Trattato di riduzione e limitazione delle armi strategiche offensive.
Il viceministro degli Esteri, Sergey Ryabkov, ha poi specificato che per il momento non è chiaro se Mosca e Washington riprenderanno il dialogo sul controllo degli armamenti nucleari. Secondo le sue parole, Londra e Parigi "non possono più essere considerate come fattori estranei al dialogo russo-statunitense sul controllo delle armi nucleari".
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, dopo l'annuncio da parte della Russia di sospendere la partecipazione al trattato New Start, ha detto che "non sono previsti contatti" tra i presidenti russo e statunitense. Peskov ha comunque confermato la linea rossa sempre presente fra Cremlino e Casa Bianca che i due leader hanno la possibilità di usare.
Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha intanto definito "irresponsabile" la decisione della Russia di sospendere il trattato. Secondo il portavoce dell'Onu, Washington e Mosca dovrebbero riprendere senza indugio la piena attuazione del trattato.
E. P.