Le persone arrestate a Brasilia sono state portate al quartier generale della polizia federale con almeno 40 autobus. I sostenitori di Jair Bolsonaro erano accampati nei pressi dell'ex quartier generale delle forze armate brasiliane da oltre 60 giorni. Le autorità sono ora al lavoro per capire quanti di loro hanno effettivamente partecipato all'assalto alle istituzioni, dove almeno 46 persone sono rimaste ferite, di cui sei in modo grave; due sono state sottoposte a intervenuti d'urgenza. Al contempo, in vari Stati del Paese proseguono i blocchi stradali dei sostenitori dell'ex capo dello Stato.
In una nota congiunta, i titolari delle principali istituzioni dello Stato hanno affermato di "rifiutare" gli "atti terroristici" commessi dai sostenitori radicali di Bolsonaro. Hanno inoltre chiesto alla popolazione di "difendere la pace e la democrazia". A firmare il documento il presidente della Repubblica, Luiz Inacio Lula da Silva, il presidente pro tempore del Senato, il presidente della Camera ed il presidente della Corte suprema. Il capo dello Stato ha inoltre definito quanto accaduto un attacco "vandalo e fascista" contro le istituzioni democratiche ed ha assicurato che i "terroristi" saranno "puniti in modo esemplare".
Anche lo stesso Bolsonaro ha condannato quanto accaduto a Brasilia: "Le manifestazioni pacifiche, secondo la legge, fanno parte della democrazia. I saccheggi e le invasioni di edifici pubblici sono illegali", ha detto. Bolsonaro ha poi respinto le accuse, a suo dire senza prove, attribuitegli dal neopresidente: "Durante tutto il mio mandato - ha sottolineato - sono sempre stato nel perimetro della Costituzione, rispettando e difendendo le leggi, la democrazia, la trasparenza e la nostra sacra libertà".
E. P.