OpenAI creerà una società di pubblica utilità per la supervisione delle proprie attività commerciali. Rimarrà però una sezione non-profit all'interno dell'azienda.
La società spiega che l'attuale struttura non consente al Consiglio di amministrazione di prendere in considerazione direttamente gli interessi di chi finanzia, prevedendo di aver bisogno di raccogliere più fondi di quanto inizialmente immaginato per continuare lo sviluppo dell'IA.
Questa riorganizzazione finanziaria permette ad OpenAI di diventare più attraente per gli investitori. Fondata nel 2015 come non-profit con l'obiettivo di costruire un'intelligenza artificiale sicura a beneficio degli utenti, nel 2019 si registra la prima trasformazione, con l'adozione di una struttura a 'profitto limitato', in modo da poter raccoglie fondi, inclusi i miliardi ricevuti da Microsoft.
Ora punta all'obiettivo successivo: la riorganizzazione in una for-profit impegnata a migliorare la società ed operare in modo sostenibile.
Elon Musk e Mark Zuckerberg sono però contrari a questa trasformazione. Secondo indiscrezioni, Meta ha chiesto al procuratore della California di bloccare l'iniziativa di OpenAI, schierandosi con Musk che da tempo è impegnato in un contenzioso con la società che produce ChatGPT.
Il colosso di cui fanno parte fra gli altri Facebook e WhatsApp, uno dei maggiori rivali di OpenAI nell'intelligenza artificiale, ha spiegato che consentire alla società di diventare una for-profit sarebbe un precedente pericoloso in quanto segnalerebbe alle startup che possono godere dei benefici dello status di non profit fino a quando non sono pronte a diventare redditizie.
Davide Fifaco