Foto: Reuters
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"Stiamo combattendo un gruppo terroristico, non la popolazione di Gaza". Lo ha detto l'esercito israeliano, annunciando l'ordine di evacuazione di oltre un milione di persone dal nord della Striscia verso il sud dell'enclave palestinese. "Vogliamo che i civili non subiscano danni, ma non possiamo convivere con il dominio di Hamas-Isis vicino al nostro confine", ha detto un portavoce delle forze armate. "Sarà permesso di tornare a Gaza City solo quando verrà fatto un altro annuncio che lo consentirà", ha aggiunto.
L'esodo è comunque già iniziato: migliaia di persone hanno lasciato le proprie case, anche a piedi. Secondo i vertici di Hamas però, l'appello di Israele è solo propaganda. Il movimento palestinese ha quindi chiesto ai residenti di non cadere nel tranello. Testimoni hanno poi riferito che Hamas avrebbe bloccato diverse persone che si stavano dirigendo verso il sud della Striscia. Hamas, hanno aggiunto le fonti, avrebbe dato loro ordine di ritornare nella parte settentrionale dell'enclave. A Gaza comunque sta divampando il panico, in particolare a causa delle mancate indicazioni da parte dell'organizzazione palestinese.
Inoltre, secondo quanto riporta Al Arabya, a sud della Striscia di Gaza, Israele avrebbe effettuato intensi raid.
Il portavoce del segretario generale dell'Onu ha intanto chiesto a Israele che l'ordine di ricollocazione venga annullato: un'evacuazione di tale portata è "impossibile senza causare conseguenze umanitarie devastanti", ha precisato. E l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi ha fatto sapere di aver spostato il centro delle proprie operazioni nella parte meridionale della Striscia. Secondo l'agenzia Onu, Israele deve proteggere i civili che si trovano nelle scuole e nei rifugi, che sono "strutture delle Nazioni Unite" e che, "in accordo con le leggi internazionali", non possono essere attaccate.
Il portavoce militare israeliano al contempo ha parlato degli ostaggi: la sorte delle persone catturate da Hamas per Israele rappresenta "una priorità assoluta". Tra i rapiti ci sarebbero anche stranieri, europei e statunitensi. Finora le forze armate hanno informato 120 famiglie israeliane che i loro congiunti sono stati fatti prigionieri. "Le verifiche continuano", ha precisato in portavoce. Il braccio armato di Hamas ha poi fatto sapere che "6 prigionieri sono stati uccisi nel Governatorato del Nord e 7 nel Governatorato di Gaza a seguito dei bombardamenti" da parte di Israele. Tra le 13 vittime ci sarebbero pure stranieri.