Foto: Reuters
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Davanti a un pericolo nucleare sempre più incalzante e i molti conflitti cruenti in corso in tutto il pianeta il comitato del premio Nobel ha scelto quest'anno di assegnare il Nobel per la pace a Nihon Hidankyo la principale organizzazione giapponese che raccoglie gli "Hibakusha", letteralmente “coloro che sono stati colpiti dal bombardamento”. Si tratta degli uomini e delle donne che scamparono alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki e che furono colpiti in modo più o meno grave dalle radiazioni. Una vita fatta di sofferenza fisica e mentale, che ha portato molti di questi sopravvissuti ad impegnarsi contro la proliferazione delle armi nucleari attraverso una continua attività di sensibilizzazione delle opinioni pubbliche internazionali, condividendo le loro storie.

Un riconoscimento importante che arriva in un'epoca nella quale si è ripreso a parlare costantemente di armamenti nucleari, rivolgendo la maggiore attenzione al loro potenziale distruttivo piuttosto che alla sofferenza che possono provocare. Durante l'annuncio del premio si è sottolineato come in questi anni a venir meno è stato il tabù del nucleare, sul quale si sono mantenuti gli equilibri della Guerra Fredda, e questo non può che risuonare come un campanello d'allarme per l'umanità. Con il premio odierno il comitato del Nobel vuole quindi invitare, i politici di tutto il mondo a rimettersi in ascolto della voce dei testimoni di quella terribile tragedia ancora in vita , per comprendere le conseguenze dell'utilizzo di questo tipo di dotazioni belliche e rinforzare nuovamente quello che deve restare un tabù. Un Nobel che fa proprio il messaggio degli hibakusha che da quel terribile agosto del 1945 cercano di non farci dimenticare che l'utilizzo di questo tipo di armamenti è inaccettabile.

Barbara Costamagna