Foto: Oglasno sporočilo/MKZ
Foto: Oglasno sporočilo/MKZ

Il leader del Cremlino Vladimir Putin minaccia di riavviare la produzione di armi nucleari a raggio intermedio se gli Stati Uniti confermeranno la loro intenzione di schierare missili in Germania o altrove in Europa. "Se Washington metterà in atto tali piani - ha spiegato Putin - ci considereremo liberi dalla moratoria unilaterale precedentemente ipotizzata sul dispiegamento di armi d'attacco a medio e corto raggio, compreso l'aumento delle capacità delle forze costiere della nostra Marina". I missili cui fa riferimento Putin sono stati oggetto di un trattato sul controllo degli armamenti firmato dagli Stati Uniti e dall'Unione Sovietica nel 1987. Trattato da cui però sia Washington che Mosca si sono ritirate nel 2019, accusandosi a vicenda di violazioni. Nel discorso alla parata navale a San Pietroburgo, in onore del 328mo anniversario della fondazione della Marina, Putin ha spiegato come i missili stazionati in Europa in futuro potrebbero venir equipaggiati con testate nucleari e che il loro tempo di viaggio verso obiettivi sul territorio russo sarebbe di circa 10 minuti. Per il presidente russo si tratterebbe di una situazione che ricorda gli eventi della Guerra Fredda legati al dispiegamento di missili a medio raggio Pershing in Europa. Intanto, fonti ucraine affermano che, con l'arrivo del nuovo comandate della Marina, la Russia ha cambiato tattica nel Mar Nero e nel Mar d'Azov. Le forze russe starebbero adesso facendo affidamento sui sottomarini invece di mezzi di superfice. Questi sono infatti più difficili da individuare e distruggere. Il portavoce ha aggiunto che nella regione di Azov e del Mar Nero è rimasta una sola base per le navi russe, il porto di Novorossijsk che le navi lasciano raramente e solo per operazioni di breve durata.

M.N.