La giustizia britannica ha respinto l'istanza di estradizione negli Stati Uniti del fondatore di Wikileaks Assange, dov'e' accusato di spionaggio per avere contribuito tra le altre cose a svelare dei file riservati statunitensi relativi a crimini di guerra in Afghanistan e Iraq. Assange, che oltreoceano rischia una condanna a 175 anni di carcere, sarebbe a rischio di suicidio. Il governo di Washington ha gia annunciato l'intenzione di ricorrere. Il dipartimento di giustizia ha dichiarato che gli Stati Uniti sono estremamente delusi dalla decisione delle autorita' britanniche. Assange e' incriminato negli Stati Uniti per 17 accuse di spionaggio e una per abuso informatico in relazione alla pubblicazione da parte di Wikileaks di documenti militari e diplomatici la cui diffusione non era autorizzata. Secondo alcuni in questo processo vi sarebbe in gioco la liberta' di espressione e di stampa. Il giudice britannico ha respinto le affermazioni della difesa, secondo cui Assange sarebbe protetto dalle garanzie legate alla liberta' di espressione, evidenziando che la sua condotta, se provata, sarebbe relativa a reati non protetti dal diritto di liberta' di stampa, aggiungendo che Assange soffre di depressione clinica che si aggraverebbe nell'isolamento imposto nelle carceri statunitensi. Mentre il Messico, come reso noto da fonti ufficiali, ha offerto asilo politico ad Assange, il portavoce del dipartimento di giustizia di Washington ha dichiarato che sebbene la delusione sia profonda, il dipartimento e' lieto che gli Stati Uniti abbiano prevalso su ogni questione di diritto sollevata, in particolare sul respingimento da parte della corte britannica di tutte le argomentazioni di Assange in merito a motivazioni politiche, reati politici, equo processo e liberta' di parola. La fonte ha aggiunto che si continuera' a chiedere l'estradizione di Assange negli Stati Uniti.
Franco de Stefani