"La Russia non ha aderito all'accordo", quindi gli Stati Uniti lo concluderanno, ha detto il capo della Casa Bianca, Donald Trump, specificando che il Cremlino viola l'intesa "da molti anni".
Gli Stati Uniti vogliono quindi rinegoziare il disarmo o sviluppare nuove armi nucleari. Parlando di Russia e Cina, il presidente Usa ha affermato: "Se diventassimo intelligenti e se gli altri diventassero intelligenti e dicessero 'Non sviluppiamo queste orribili armi nucleari', ne sarei estremamente felice".
Secondo le sue parole "è inaccettabile" che soltanto l'America stia obbedendo all'accordo, mentre la Russia e la Cina stanno sviluppando nuove armi atomiche.
Pronta la reazione di Mosca: il viceministro degli Esteri, Sergei Ryabkov, ha affermato che la decisione del capo di Stato Usa è "molto pericolosa" e sarà "condannata" dalla comunità internazionale.
Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov sottoscrissero il Trattato sulle forze nucleari intermedie nel 1987 a Reykjavik, in Islanda. Questo portò alla fine della guerra fredda, grazie all'intesa sono stati distrutti quasi 2.700 missili russi e americani.
Intanto il consigliere per la Sicurezza Usa, John Bolton, si trova a Mosca per incontrare il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, per preparare un secondo vertice tra Donald Trump ed il leader russo, Vladimir Putin, che probabilmente si terrà in occasione delle celebrazioni per il centenario della fine della prima guerra mondiale il prossimo 11 novembre a Parigi. Un'altra possibile data potrebbe essere quella dell'incontro del G20 dal 30 novembre al primo dicembre a cui prenderanno parte entrambi i presidenti. Washington sta ancora cercando il sostegno di Mosca per trovare una soluzione alla guerra in Siria e fare pressione su Iran e Corea del Nord.