È stata la Corte suprema a confermare la notizia che il movimento internazionale LGBT+ è stato inserito nell'elenco delle organizzazioni estremiste in Russia. Una decisione presa durante un'udienza a porte chiuse su richiesta del Ministero della Giustizia di Mosca. I giornalisti hanno avuto accesso all'aula solo quando il giudice ha annunciato quanto stabilito.
Inoltre, nel Paese il movimento LGBT+ non esiste e alle persone dello stesso sesso è severamente vietato scambiarsi effusioni in pubblico, rischiano infatti multe salate o anche la deportazione. Dopo il primo gay pride in Russia infatti, nel 2006, sono state numerose le persone finite in manette e la Corte europea per i diritti dell'uomo ha sanzionato Mosca per violazione dei diritti umani.
Pronta la risposta delle Nazioni Unite che hanno deplorato la messa al bando del movimento LGBT+ in Russia. "Nessuno dovrebbe essere incarcerato per aver lavorato a favore dei diritti umani o privato dei propri diritti a causa del proprio orientamento sessuale o della propria identità di genere", afferma l'Onu.
Secondo l'Alto commissario per i diritti umani, Volker Türk, la decisione di vietare questo movimento "espone i difensori dei diritti umani e chiunque difenda i diritti delle persone LGBT+ a essere qualificato come 'estremista', termine che ha gravi conseguenze sociali e penali in Russia".
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