Un alto funzionario curdo ha affermato che l'accordo "preliminare militare" tra le milizie curde e Damasco è limitato allo schieramento dell'esercito siriano lungo il confine con la Turchia. Le due parti discuteranno le questioni politiche più tardi.
Intanto numerosi carri armati, mezzi blindati e unità militari dell'esercito turco e delle milizie arabe filo-Ankara sono già guniti nel nord della Siria, a ovest del fiume Eufrate, per sferrare un attacco a Kobane dal fronte occidentale. Lo riferiscono fonti militari di Ankara. Resta comunque da capire quale sarà l'effetto su questa manovra pianificata dell'avanzata in corso delle truppe di Damasco verso nord-est e la stessa Kobane, dopo l'intesa tra i curdi e le forze di Bashar al-Assad con la mediazione russa.
Il presidente turco, Erdogan, nel suo primo commento sull'intesa tra curdi e il regime siriano, ha affermato che "l'approccio" mostrato dalla "Russia non sarà un problema a Kobane per il nostro attacco". Il leader di Ankara ha confermato anche l'intenzione di prendere d'assalto Manbij: "Il nostro accordo con gli Stati Uniti prevedeva che Manbij fosse evacuata dai terroristi in 90 giorni. È passato un anno e non è ancora stata evacuata", ha detto ancora Erdogan, ribadendo che la Turchia non è in guerra contro i curdi ma contro i gruppi terroristici attivi nella regione.
Intanto l'Osservatorio siriano per i diritti umani ha reso noto che centinaia di famigliari dei terroristi dello Stato islamico sono fuggiti dai campi del nord del Paese, dove vivono 12.000 stranieri. I curdi affermano che i fuggitivi sarebbero quasi 800.
Nel contempo il Ministero della Difesa di Ankara ha riferito che è salito a 550 il numero dei terroristi uccisi nell'offensiva turca. Secondo gli ultimi aggiornamenti diffusi dalle Forze democratiche siriane a guida curda, le vittime tra i loro combattenti sono 45, mentre l'Osservatorio siriano per i diritti umani fissa la cifra ad almeno 112. Le informazioni non sono verificabili in modo indipendente sul terreno.
E. P.