Sono centinaia i miliziani curdi uccisi durante il terzo giorno dell'offensiva militare turca nel nord-est della Siria. Lo ha reso notoil Ministero della Difesa di Ankara, precisando che gli obiettivi "sono stati colpiti con successo". Nei combattimenti sono morti anche quattro soldati turchi. I media locali parlano di un attacco da parte dei curdi alla città turca di Suruc, nel quale hanno perso la vita due civili. Nella città siriana di Kashmili un'autobomba è esplosa nei pressi di un ristorante pieno di persone. Tre le vittime, nove i feriti. Secondo l'Osservatorio per i diritti umani in Siria, negli attacchi turchi nel nord-est del Paese sono morti 17 civili e 41 miliziani curdi.
L'offensiva turca ha portato alla fuga dalle zone di guerra di oltre 100mila persone e la comunità internazionale sembra essere sempre più preoccupata: secondo il presidente russo, Vladimir Putin, vi è anche il rischio che i combattenti dello Stato islamico detenuti nella regione possano fuggire. Nel corso di un vertice dei capi della Comunità degli Stati indipendenti ad Ashgabat, in Turkmenistan, il leader del Cremlino ha affermato che "i combattenti dell'Isis, concentrati in alcune zone della Siria settentrionale, sono stati sorvegliati dalla milizia curda fino a poco tempo fa. Ora l'esercito turco sta entrando nell'area e i curdi stanno lasciando questi campi. Non sono sicuro che l'esercito turco possa rapidamente assumere il controllo della situazione".
Intanto il Pentagono "ha incoraggiato con forza la Turchia a fermare le azioni nel Nordest della Siria", sottolineando come l'operazione ordinata da Erdogan rischi di "creare gravi conseguenze per Ankara". Lo ha detto il segretario alla Difesa Usa, Mark Esper, in un colloquio telefonico con il suo omologo turco, Hulusi Akar. Esper ha inoltre ribadito come gli Stati Uniti considerino "strategica la relazione bilaterale" con la Turchia.
Dall'Olanda arriva invece la decisione di sospendere la vendita di armi alla Turchia. Lo scrive la stampa internazionale citando il Ministero degli Esteri olandese.
E la risposta di Ankara non si fa attendere: "Quelli che evitano persino di rimpatriare i propri cittadini che sono terroristi Foreign fighter del Daesh non hanno il diritto di dare lezioni alla Turchia sulla lotta" all'Isis, ha scritto in una nota il Ministero degli Esteri.
E. P.