Rischia di precipitare la situazione a Hong Kong. La protesta popolare non si ferma e ieri è tornata a bloccare l'aeroporto. La Cina ha iniziato a muoversi ed ha mandato la polizia, facendo scoppiare violenti scontri, e ha lanciato il messaggio di un possibile, e temuto, intervento. Decine tra blindati e camion per il trasporto truppe dell'esercito cinese sono stati piazzati in uno stadio di Shenzhen, la città cinese a ridosso di Hong Kong. Lo ha reso noto la stampa statunitense pubblicando le immagini satellitari del sito. Nei giorni scorsi i media di Pechino avevano pubblicato un video che mostrava i veicoli che si dirigevano in città. Ieri il presidente statunitense Trump aveva evidenziato che l'intelligence aveva informato che il governo cinese stava spostando truppe al confine. Mentre lo scalo internazionale ha vissuto il suo secondo giorno consecutivo di blocco dei voli, l'atmosfera continua ad arroventarsi preoccupando lo stesso Trump, che ha chiesto che tutti stiano calmi e al sicuro considerata la situazione difficile ma che si risolverà, e l'ONU, che sulle azioni della polizia ha chiesto un'indagine. La richiesta è stata prontamente respinta da Pechino che ha intimato di non interferire perchè si tratta di politica interna. La governatrice Lam nel frattempo ha rilanciato il suo appello alla calma per evitare quello che ha definito l'abisso. Dal giugno scorso sono oltre 700 i manifestanti che sono stati arrestati, secondo quanto riferito dalle forze dell'ordine, le quali hanno ricordato che i dimostranti rischiano fino a dieci anni di carcere.
Franco de Stefani