Foto: Reuters
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"Un assassinio che non rimarrà impunito." Sono queste le parole che il gruppo Hamas e le autorità iraniane hanno dichiarato dopo la morte del leader. "L'autore di tale gesto si pentirà profondamente. Consideriamo la vendetta un dovere" hanno affermato ancora le autorità dopo la Riunione di emergenza del Consiglio supremo per la sicurezza Nazionale del Paese. La Guida suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, ha impartito l'ordine di colpire direttamente Israele. Lo scrive il New York Times, citando tre funzionari iraniani al corrente dell'ordine, chiedendo a Doha e Riad di non consentire l'utilizzo del loro spazio aereo allo Stato ebraico o agli Stati Uniti. Washington intanto respinge l'accusa di corresponsabilità all'omicidio del Capo del movimento assicurando di non essere stata né coinvolta né informata e insiste per il cessate il fuoco a Gaza come 'imperativo' immediato. A poche ore dal possibile attacco l'Iran ha chiuso il proprio spazio areo, riferiscono alcuni media israeliani mentre alcune compagnie aree hanno annunciato di sospendere i loro voli per Israele. Numerosi gli Stati e le ambasciate che hanno elevato la loro raccomandazione a non recarsi e spostarsi dalle zone a rischio. Israele ha prontamente risposto alle minacce garantendo di essere pronto ad ogni possibile scenario: "ci attendono giornate difficili, la caccia ai jihadisti continua ed esigeremo un prezzo pesante per qualsiasi aggressione" ha detto Netanyahu promettendo di radere al suolo chiunque voglia prevalere sullo Stato ebraico. Un'espansione del conflitto che si fa quindi sempre più vicina e concreta nonostante gli appelli del mondo politico internazionale che esorta tutte la parti coinvolte a non procedere per il bene di tutti. Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, prima della riunione d'emergenza del Consiglio di sicurezza ONU, ha fatto sapere che tutti gli attacchi degli ultimi giorni rappresentano un'escalation pericolosa in un momento in cui tutti gli sforzi dovrebbero portare a un cessate il fuoco a Gaza e al rilascio di tutti gli ostaggi e che quest'ultimo avvenimento potrebbe compromettere il lavoro svolto finora.