Tre soldati americani sono stati uccisi ieri in un attacco con droni al confine tra Siria e Giordania. Si tratta delle prime vittime tra le forze armate statunitensi dall'inizio del conflitto armato a Gaza. Nell'attacco sono inoltre stati feriti almeno 34 soldati americani. Il capo della Casa Bianca, Joe Biden, ha definito le tre vittime "patrioti nel senso più alto. Il loro sacrificio estremo non sarà dimenticato dalla nostra nazione", ha aggiunto e promesso che Washington porterà "avanti l'impegno nella lotta al terrorismo. Chiederemo conto a tutti i responsabili nel momento e nel modo che sceglieremo", ha detto ancora Biden. Il presidente americano ha spiegato poi che gli Stati Uniti stanno ancora raccogliendo informazioni su quanto accaduto, è chiaro però che l'attacco è stato "effettuato da gruppi militari radicali legati all'Iran, che operano in Siria e Iraq".
Al contempo il leader della minoranza repubblicana al Senato, Mitch McConnel, ha chiesto a Biden di "infliggere danni gravi e devastanti ai terroristi e ai loro sponsor iraniani che vantano il sangue americano come distintivo d'onore". Il senatore repubblicano Lindsey Graham ha chiesto attacchi contro obiettivi all'interno dell'Iran, l'omologo Tom Cotton, sulla stessa linea, ha affermato che l'unica risposta possibile a tali attacchi sarebbero "devastanti ritorsioni militari contro le forze terroristiche in Iran e altrove nel Medio Oriente".
La Giordania ha intanto precisa che l'attacco non si è verificato sul suo territorio, ma è avvenuto in Siria. L'Iran smentisce categoricamente di essere coinvolto nell'attacco: "Queste accuse", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, "sono mosse con un obiettivo politico volto a ribaltare la realtà della regione".
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