La sua fine è rimasta un mistero per quasi 90 anni, ma forse delle immagini sfocate di un aereo sul fondo del Pacifico potrebbero rivelare perlomeno qualche particolare sulla sorte di Amelia Earhart, aviatrice americana scomparsa nel luglio del 1937 a bordo del suo bimotore Lockheed 10-E Electra, mentre stava tentando il giro del mondo.
L’aereo dell’aviatrice, sulla cui storia sono stati realizzati film e documentari, e fatte infinite citazioni in libri di storia e romanzi, era scomparso mentre stava volando verso l’atollo di Howland, a ovest di Kiribati nell’oceano Pacifico, a metà strada tra l'Australia e le Hawaii, dopo il decollo da Lae, nella nuova Guinea.
Probabilmente per un errore di navigazione, o per un guasto alle apparecchiature radio, l’aereo mancò l’atollo e le comunicazioni radio s’interruppero, dando il via alle ricerche, purtroppo infruttuose.
Negli anni che seguirono si fecero varie ipotesi, anche fantasiose, come il fatto che Earhart e il navigatore Fred Noonan, fossero stati fatti prigionieri dai giapponesi e che il viaggio fosse una missione di spionaggio aereo. Nel 1940 furono trovati dei resti umani attribuiti all’aviatrice a Gardner Island, oggi Nikumaroro, un’isola di Kiribati, mentre nel 2012 fu diffusa la notizia del ritrovamento al largo della stessa isola di alcune parti di un relitto aereo, ma nessuna analisi diede esiti certi.
Ora si apre un altro capitolo del mistero, grazie alle ricerche della Deep Sea Vision, società di spedizione oceanica americana, che ha catturato e diffuso on line e sui social alcune immagini di un oggetto rilevato nelle acque profonde del Pacifico, che sarebbero compatibili con la sagoma dell'aereo. L’oggetto si trova a circa 100 miglia dall'isola Howland, a 5.000 metri di profondità.
Le immagini sono l’esito di una ricerca effettuata con un drone da 9 milioni di dollari su un’area di seimila miglia. Come ha confermato Tony Romeo, ex ufficiale dell'intelligence dell'aeronautica militare e amministratore delegato di Deep Sea Vision, non si ha notizia di altri incidenti aerei nella zona, e certamente non di apparecchi quell'epoca con quel tipo di design. Romeo si è detto "convinto" che si tratti dell'aereo di Amelia Earhart e prevede di tornare sul posto entro l’anno per indagare ulteriormente, e dimostrare con certezza che il relitto appartenga all’aviatrice scomparsa.
Alessandro Martegani