A quasi tre settimane dalle elezioni, la responsabile della General Services Administration Emily Murphy ha riconosciuto formalmente Joe Biden come "l'apparente vincitore" delle presidenziali statunitensi, spianando la strada al processo di transizione dei poteri che Donald Trump teneva bloccato con i suoi ricorsi contro presunti brogli elettorali. È il primo riconoscimento dell'amministrazione americana della sconfitta di Trump, con quest'ultimo costretto ad accettare l'inizio della transizione, pur evocando minacce contro la Murphy e la volontà di proseguire la sua battaglia legale. La decisione è arrivata dopo che la commissione elettorale del Michigan ha certificato l'esito elettorale contestato da Trump, e il crescente numero di parlamentari repubblicani che denunciava il ritardo nel trasferimento pacifico dei poteri. Nella sua lettera, la responsabile dell'agenzia governativa sostiene di non aver "mai subito pressioni direttamente o indirettamente da alcun dirigente della branca esecutiva, compresi quelli che lavorano alla Casa Bianca o all'Agenzia federale". Al contempo giustifica il ritardo della sua decisione affermando che non voleva anticipare il processo costituzionale del conteggio dei voti e scegliere un presidente. Biden intanto sta mettendo a punto il suo staff. Ha scelto l'ex presidente della Federal Reserve, Janet Yellen, come segretario al Tesoro. Sarà la prima donna nella storia americana a ricoprire il ruolo di ministro dell'Economia. Confermati anche tre nomi anticipati dalla stampa per il suo futuro governo: Antony Blinken come segretario di Stato, Jake Sullivan come consigliere per la Sicurezza e l'afroamericana Linda Thomas-Greenfield come ambasciatrice all'Onu. “Abbiamo di fronte grandi sfide” concordano il presidente eletto e la sua vice, Kamala Harris, commentando le prime nomine, “per la sicurezza nazionale e la politica estera. Le scelte”, dicono, “permetteranno di ridare all'America un ruolo di leadership nel mondo”.
Delio Dessardo