I russi vogliono ridurre le città "in cenere", ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. "Tutto ciò, inclusa la deportazione del popolo e l'uccisione di massa di civili, è una evidente politica di genocidio perseguita dalla Russia", ha aggiunto Zelensky.
Il generale Oleksiy Gromov dello Stato maggiore delle forze armate ucraine ha ammesso che la Russia ha guadagnato vantaggio nei combattimenti nella regione di Lugansk, nel Donbass. A Severodonetsk - sempre secondo Gromov - la situazione è "difficile ma stabile", le forze russe stanno effettuando attacchi aerei e danni di artiglieria alle truppe ucraine. Secondo il sindaco di Severodonetsk, "sono 1.500 le persone rimaste uccise" nella città. Distrutto il 60% del patrimonio abitativo e fino al 90% degli edifici sono danneggiati. Il primo cittadino stima che sono tra 12.000 e 13.000 le persone rimaste a Severodonetsk, il percorso per uscire dalla città è estremamente pericoloso, nonostante i soldati ucraini stiano facendo "tutto il necessario per rendere le strade sicure".
Intanto secondo l'Agenzia Onu per i diritti umani, finora le vittime civili accertate in Ucraina, dall'inizio dell'invasione russa, sono circa 4.000; quasi 4.700 invece i feriti. L'agenzia ritiene comunque che i dati effettivi siano molto più alti.
E. P.