Foto: EPA
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Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha ospitato l'omologo ungherese ed i primi ministri di Belgio, Polonia e Lituania per discutere riguardo la sicurezza alimentare e le esportazioni agricole. Il leader dell'Eliseo, Emmanuel Macron, e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, hanno parlato al vertice tramite discorsi mostrati in video.
Intanto, in occasione della commemorazione dell'Holodomor, lo sterminio per fame provocato dall'Unione sovietica di Stalin in Ucraina tra il 1932 ed il 1933, Zelensky ha affermato che gli ucraini "hanno attraversato cose molto terribili. E nonostante tutto hanno conservato la capacità di non sottomettersi e il loro amore per la libertà. Una volta volevano distruggerci con la fame, ora con l'oscurità e il freddo. Il nostro fuoco non si spegnerà. Sconfiggeremo di nuovo la morte", il messaggio del presidente.
Il ministro degli Esteri, Dmitro Kuleba, ha intanto fatto un appello ai cittadini di accendere "una candela per commemorare le vittime del genocidio dell'Holodomor e delle carestie artificiali di massa" negli anni 20 e negli anni 40. "Siamo sopravvissuti allora e non ci arrenderemo o ci abbatteremo oggi", ha detto.
Al contempo nove prigionieri di guerra russi sono stati rilasciati in uno scambio di prigionieri con l'Ucraina. Lo ha fatto sapere il Ministero della Difesa di Mosca, citato dalle agenzie di stampa russe.
Il sito indipendente iStories, che cita una fonte dei servizi russi dell'FSB e un'altra dello stato maggiore di Mosca, ha intanto pubblicato un articolo da cui si evince che "entro la primavera dell'anno prossimo, il numero di soldati russi morti e feriti potrebbe essere attorno ai 100.000". Una fonte dello Stato maggiore ritiene che i caduti saranno soprattutto fra le file di quanti sono stati mobilitati a settembre. Inoltre, entro la prossima primavera, il Ministero della Difesa di Mosca ha intenzione di preparare altri 120.000 coscritti da mandare in Ucraina, compensando le perdite fra chi è stato mobilitato. Proprio per questo motivo quindi il presidente russo, Vladimir Putin, non ha ancora formalmente revocato il decreto di mobilitazione.


E. P.