Nel tanto atteso discorso alla Camera di Stato, Zelensky ha presentato il “piano della vittoria”, che ha definito come necessario per poter iniziare il processo di negoziazione alla pace e che lui stesso vorrebbe attuare prima dell'insediamento del nuovo presidente americano per prevenire la minaccia rappresentata da Trump, che ha promesso di tagliare drasticamente i fondi a Kiev in caso di vittoria elettorale. Un piano concentrato in cinque punti, finalizzato a garantire la vittoria e la sicurezza a lungo termine. La strategia, di natura sia militare che geopolitica, prevede un approccio a fasi, con un focus iniziale sulla difesa attiva e sulla deterrenza, per poi passare a una fase di stabilizzazione e ricostruzione. Significativo è poi il quinto punto, incentrato sulla prevenzione di future aggressioni, che implica un riequilibrio dei rapporti di forza nella regione e una ridefinizione dei ruoli dei principali attori internazionali. La dichiarazione del Presidente ucraino, secondo cui “la Russia deve perdere per sempre il controllo sull’Ucraina”, evidenzia l'ambizione di ridisegnare l'assetto geopolitico dell'area, spostando l'influenza ucraina verso altri partner. L'ingresso del Paese nella NATO, inoltre, rappresenta un elemento fondamentale per garantire la sicurezza collettiva e scoraggiare ulteriori aggressioni. Zelensky ha poi nuovamente sottolineato l’importanza dell’unità nazionale e del sostegno degli alleati. Nel piano sono poi previste misure più severe contro la Russia, attraverso l’ampliamento e il rafforzamento delle sanzioni. Ha poi respinto con forza qualsiasi cessione di territori ucraini occupati alla Russia. Immediata e secca la replica del Cremlino che ha respinto e criticato il “piano della vittoria”: il progetto è “probabilmente lo stesso degli americani”, ovvero “combattere la Russia fino all'ultimo ucraino”, ha dichiarato il portavoce Dmitry Peskov. Kiev deve “svegliarsi” e realizzare che “la sua politica è senza prospettiva” ha concluso.