"Il metaverso ci cambierà per sempre" ha profetizzato Mark Zuckerberg, alla conferenza Connect, ad un anno dal cambiamento di nome da Facebook a Meta.
In questa occasione presentato anche il nuovo visore di fascia alta, che costa come un iPhone ed aggiunge svariate funzionalità alla piattaforma Horizon Workrooms, tanto da trasformarla in un "ufficio virtuale", con controller che diventano un'estensione delle mani ed avatar sempre più verosimili.
Il nuovo visore è rivolto in particolare a professionisti come architetti, ingegneri, costruttori, designer, creativi. "Invece di essere confinati alle dimensioni della vostra scrivania - spiega la società - potete creare un grande spazio di lavoro virtuale con più schermi sparsi intorno a voi, pur continuando a usare la vostra tastiera e il vostro mouse".
"Diventerà come tablet e computer portatili che usano ora le persone - spiega Zuckerberg - il metaverso è una incredibile tecnologia, sarà una nuova era del computing. Crediamo in questa visione, ora ci sono più persone e creator nella realtà virtuale e più marchi nel metaverso, è il segno che il futuro non è così lontano. Noi ci siamo stati dall'inizio, sarà una esperienza sociale".
In Italia però il metaverso non ha ancora fatto breccia tra i giovani: cresce la curiosità ma per ore solo il 7% ha avuto un'esperienza immersiva, sei intervistati su dieci la vorrebbero fare quanto prima, mentre il 16% vuole avere prima più informazioni.
Permane quindi una certa diffidenza verso uno spazio dove non ci sono ancora regole chiare, che non garantisce la riservatezza dei dati e la tutela della privacy.
Davide Fifaco